Era da un pò che non mi trovavo a leggere un libro così coinvolgente, di quei libri che leggendoli mi capita di pensare che avrei votuto scriverlo io… che non vedi l’ora di tornare a casa per vedere come va avanti.
Le premesse per altro erano ottime: leggevo spesso i post di Gianni Miraglia (capisco aka noncicapisco) sul blog dei Casino Royale ed erano sempre particolari, dotati di una spontaneità ma allo stesso tempo di una profondità e di un acume fuori dal comune.
Il libro è uno spaccato alienante e alienato della Milano da bere e di tutti i suoi controsensi, in cui il protagonista raccontando una sua giornata in palestra dice tutto ciò che molti pensano ma secondo me non hanno il coraggio di tirare fuori… “mi dissocio dal clima, dai vestiti stirati e dalla vostra Formentera di merda“.
Personalmente credo che potrebbe avvicinarsi molto alla persona che sarei se fossi cresciuto in quella città, mi accorgo di quanto sia lontana da quello che sono adesso l’happy hour… “del resto è un metodo in voga per risparmiare i soldi della cena: happy hour a 6 euro con ceci bolliti freddi tutti in coda col piattino?? buooonooooo…..ma del resto milano è milano…” (questa non è del libro ma del mio amico LJS).
Mi raccontano che chi è stato in una palestra milanese può toccare con mano l’esistenza di questi personaggi stirati, descritti in maniera essenziale ma perfetta, che non possono che provocare autismo, aberrazione e malattie mentali in chi è costretto, suo malgrado a frequentarli, come il protagonista che di lavoro fa l’inventore di sorprese per prodotti alimentari e che condivide le sue ore di palestra col suo capo…
…un bello schiaffo comunque di quelli che servono per svegliarsi e aprire un pò gli occhi.
“È lo scenario di un citta che si deforma, fantasmi al metro quadro zone d’ombra. Guardati attorno, invisibile pulviscolo velenoso nelle vie respiratorie strane storie, scritte sui muri contro stronzi di cane sui marciapiedi, Milano è questo standard, Milano veri falsi problemi”.
2 Comments
la più reale delle ragioni dentro la canzone che spacca la notte…”…fantasmi al metro quadro, zone d’ombra…i can get no sleeep” grazie Andrea, grazie per aver dato unicità al mio fiume di parole… un abbraccio ! g
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