Dopo averne studiato a scuola, dopo l’ennesimo documentario, film, fiction, libro pensavo che nulla riguardo la deportazione degli ebrei negli anni dell’occupazione tedesca avrebbe potuto aggiungere qualcosa al tragico e disgustoso cumulo di emozioni e sensazioni che quest’orrore mi provoca.
Invece in un mercatino dell’usato ho incontrato questo libro di cui avevo sentito parlare come un ricordo lontano e, una volta preso in mano per controllarne le condizioni, una grande operazione di marketing del 1976 mi ha irretito, la copertina riporta infatti la frase: “Due ragazzi rischiano allegramente la vita in un universo di adulti crudelmente infantili. Una storia che ha commosso il mondo”.
Non so se mi hanno convinto più gli avverbi, la loro contraddizione, il senso di queste parole che mi hanno ricordato il mio sentirmi sempre bambino in un mondo governato da adulti crudeli o la meravigliosa terza edizione del settembre 1976, quando io ero bambino davvero, sicuramente anche il prezzo (credo 2€) ha dato una mano e il sacchetto con tutte le biglie è venuto a casa con me.
La storia, autobiografica, davvero commovente, di Joseph Joffo racconta le peripezie di due fratellini parigini, ebrei, costretti a spostarsi varie volte attraverso la Francia per evitare i rastrellamenti e la deportazione.
Non scendo volutamente nei particolari ma il fatto che l’autore abbia potuto raccontare la sua esperienza può sollevarvi un pochino, in realtà ciò che ha passato lo sa solo lui e, fortunatamente, ha deciso di tramandarlo non solo con una lucidità incredibile ma anche con una scrittura così scorrevole e semplice che sembra che il bimbo abbia annotato le sue avventure in tempo reale, quasi fosse un diario tanta è la precisione nelle descrizioni di persone e situazioni.
E’ stato grande, infatti, riuscendo a rendere tutte le sensazioni che aveva provato molti anni prima e riportando tutte le considerazioni che fece quando vedeva tutto con gli occhi di un bambino, cresciuto molto in fretta certo, ma con quell’innocenza e incoscienza che un adulto inevitabilmente perde.
Il modo in cui affronta il problema dell’applicazione della stella gialla sul cappotto, la paura e la fame durante gli spostamenti e tanti altri momenti che non vi anticipo sono dentro di me, fanno un pò parte di me e non li dimenticherò mai.
Credo che sarà uno dei primi libri che chiederò a mio figlio di leggere, per capire, per come Joffo riesce a coinvolgere il lettore che non può far a meno di prendere a cuore la sorte di questi due fratelli che rischiano appunto “allegramente” e quasi spensieratamente la vita in un mondo che non avremmo mai voluto vedere e in una realtà che in alcune zone è ancora purtroppo attuale.
E’ un caso che io abbia scritto questo post proprio nella “Giornata della memoria“, l’avrei fatto comunque, in qualunque altro giorno, perché credo che se Luca e Lorenzo cantavano “O è Natale tutti i giorni o non è Natale mai” credo di poter affermare che “o è la Giornata della memoria tutti i giorni o non è la Giornata della memoria mai”.

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