Gli spot Jeep che stanno imperversando in questi giorni mi fanno pensare ogni volta al protagonista di Odessa Star, perché Fred Moorman, per guadagnarsi la stima e il rispetto della sua famiglia cambia, tra le altre cose, macchina e compra proprio un fuoristrada di quella marca.
E’ la misera condizione della società dei nostri tempi, costruita sugli status symbol, quella descritta in questo romanzo, la condizione di un uomo che, giunto sulla cinquantina, trova il modo di dare una svolta alla sua esistenza ormai noiosa prendendo una strada tanto affascinante quanto pericolosa.
L’occasione gli viene data dall’incontro con un suo vecchio compagno di scuola che di strada, pericolosa e oltre ogni limite, ne aveva già fatta parecchia e del quale Fred si innamora subito: belle donne, macchine potenti, armi, aria da malavitoso tarantiniano.
Herman Koch ci aveva abituato molto bene con i suoi romanzi precedentemente editi in Italia dove il crescendo delle vicende era quasi esplosivo; Odessa Star però, scritto nel 2003 quindi prima de “La Cena” ad esempio, si fa attendere un pò di più ma quando ho chiuso il libro e mi sono soffermato un secondo a ripensare alle 320 pagine che avevo appena concluso, ho avuto l’impressione di aver vissuto le vicende di una mezza vita piuttosto che quelle raccontano meno di un anno dell’esistenza dell'”imprevedibile” protagonista.
Un po’ Tarantino, un po’ Fight Club, in questo romanzo, ambientato ad Amsterdam, ci sono tantissimi richiami, ricordi, mi piace di Koch il suo essere tragicamente contemporaneo, il fatto che riesca sempre a farti sorridere trafiggendoti, a farti mettere a fuoco cose che pensi ma che non hai il coraggio di esprimere, di razionalizzare.
Lo scrittore olandese riesce ad unire, con un’abilità che non è da tutti, cose che abbiamo visto solo nei film, cose che ci hanno raccontato e cose che viviamo tutti i giorni e, come sempre, a trasformare in modo quasi sleale, subdolo la lettura dei suoi romanzi da passatempo piacevole a motivo per riflettere sulla realtà, sulle persone che ci circondano e sui nostri desideri proibiti. Molto proibiti.

Da leggere ascoltando: la colonna sonora de “Le Iene” citato non a caso nel libro

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