Avevo voglia di romanzi contemporanei. Non so bene perchè.
Nell’attesa che arrivasse questo libro l’avevo un pò smorzata con ‘Sunset Park‘, ma ‘Muori Milano muori!‘ era proprio quello che ci voleva e lo sapevo.
Oltre al fattore temporale sapevo che il tema e le vicende mi avrebbero toccato molto più da vicino e non solo geograficamente, poi per me che amo calarmi nei panni nel protagonista è stato fantastico scoprire che questo romanzo è scritto in prima persona e il protagonista, appunto, si chiama come me!
Tra l’altro credo che questa storia vada assolutamente oltre la contemporaneità, Gianni Miraglia infatti prova ad immaginare quello che il tempo che stiamo vivendo provocherà, sta provocando (forse ha già provocato) in un futuro molto, troppo prossimo.
Il protagonista vive a Milano, nella Milano del 2015 e la narrazione inizia esattamente a 30 giorni dall’Expo, in un’Italia in cui c’è una grande novità che non è il fatto che l’Expo si farà (!!!) ma che il Berlusca ci ha lasciato e la cosa drammatica è come ci ha lasciato: i vuoti che ha creato negli ideali e nelle certezze delle persone permeano tutta la narrazione, instabilità e futuro inesistente, -o forse esistente ma insignificante- trasudano dalle righe del libro e dai pori di Andrea.
Egli è stato vittima della crisi che sta caratterizzando l’intero globo e cerca di dare un senso ai giorni che sta vivendo cercando qualche appiglio alla vita normale (o normalizzata?) che non sente più propria, ma nella Milano del 2015 qual’è l’alternativa per chi non fa parte della ‘catena produttiva’?
Oltre alla storia, all’ambientazione urbana, alla caratterizzazione essenziale ma precisa dei personaggi la cosa che amo di più di Gianni Miraglia è il modo di scrivere, fatto di frasi brevi, quasi come piccoli pezzi di canzoni, o citazioni. Il libro ne è pieno, le userei nei giorni più intensi come stati di Facebook, sono distillati di verità, saggezza allo stato puro, sciabolate di realtà che ti trafiggono da dentro. Ne riporto un paio sperando che l’autore non si arrabbi troppo… la prima assolutamente di stagione: “Si avvicinano le ferie, la normalità rassicura in questi momenti, occupa la mente.”, la seconda che per me potrebbe riassumere il libro (e forse anche un pò il nostro tempo): “Tutti abbiamo paura di fallire. Non è Milano, è la vita come ti viene proposta, un modello in cui tu esisti solo se corri e non ti volti indietro. Si è rotto il meccanismo.”
Io l’ho letto con nelle orecchie quel disco là, proprio quello con il punto esclamativo tanto amato da Andrea che “casualmente” avevo sul player del cellulare, ma a posteriori non ho dubbi che questo romanzo sia perfetto con le note di “Io e la mia ombra” dei Casino Royale; spesso, ora, quando sento il disco mi capita di ripensare ad Andrea e alla Milano di una notte del 2015… “metastasi di vuoto, causa che trasforma, metropoli necropoli“.
“Muori Milano, muori!“, così come “Io e la mia ombra”, mi fanno sentire vivo e partecipe del mio tempo, dentro il mio tempo, ormai hanno segnato il 2011 che non potrò non ricordare associandolo alle parole di Gianni Miraglia e alle note dei Casino Royale
Grazie.