Chiudo questo libro stra-convinto di aver letto un grande libro.
Me lo sono trovato tra le mani per averne letto tra le pagine e le note di uno letto qualche mese fa (Tifare Contro) che parlava praticamente di tutt’altro.
Ricordo che ne ero rimasto colpito, ma non il perché, forse per il titolo a suo modo enigmatico o che mi riportava al mio amore per la pioggia, forse solamente perché citato in quell’altro grande libro o forse no chissà, è forse proprio questo il bello.
Questo romanzo mi ha portato indietro ad anni che non ho vissuto, ad anni cruciali per la storia del nostro paese, di cui ho letto nelle cronache, di cui ho visto film o filmati in bianco e nero: le rivolte studentesche, l’occupazione degli atenei, la recessione, il prezzo del petrolio che schizzò alle stelle e anche di quel tentato golpe di cui poco, troppo poco si è parlato e si parla. La storia è quella della vita di un ragazzo raccontata con continui flashback, passaggi tra ricordi dell’infanzia, dell’adolescenza con tutte le inevitabili immersioni e riflessioni su quello che stava succedendo alla nostra nazione di cui il protagonista ha l’occasione di viverne gli aspetti completamente opposti: la sua militanza nelle fila degli autonomi e il padre, sott’ufficiale dell’esercito, di cui scopre coinvolgimenti imprevisti.
La storia dei sogni di un adolescente, forse di come si è trovato dentro un sogno più grande di lui, sogni che forse alla maggior parte degli adolescenti che vivono il presente mancano, distratti da tutto il resto, distratti da chi vuole che lo siano, un sogno mancato e forse causa dei problemi del presente di Pietro. Sogni rivoluzionari che, indipendentemente dal colore, dalla fazione, ho sempre avuto anch’io, che la timidezza, la provincia, la mia epoca, la mia storia mi ha negato. Sogni fusi, intrecciati con la vita di tutti i giorni, con i problemi, gli amori, i rapporti, spesso difficili con gli amici e i familiari.
E’ quasi un peccato che questo sia l’unico romanzo scritto da Luca Rastello, giornalista di professione, perché le sue parole fluiscono con una rara leggerezza, a tratti con poesia, disincanto quando serve, crudezza, dolcezza e ironia. Proprio come vorrei scrivere il mio personale romanzo autobiografico.
Sì, un grande libro, di quelli che quando li chiudi vorresti leggerne il seguito, uno che raccontasse la storia di uno degli altri personaggi qui solo abbozzata, i pezzi mancanti… la soluzione del rebus dell’ultimo capitolo… uff!!!