Quante case avete cambiato nella vostra vita?
Io in 41 anni quattro.
Stadio Comunale, Stadio Delle Alpi, Stadio Olimpico, Juventus Stadium.
Non sono pazzo. Come chiamate quel luogo dove ritrovate volti familiari, le persone a cui volete bene, quel posto dove siete cresciuti, dove vi portava papà, dove avete scoperto le prime emozioni, le prime delusioni, dove avete pianto, riso, sofferto, gioito?
Quel posto che conoscete come le vostre tasche, in ogni sua piega più recondita, dove quando invitate qualcuno per la prima volta lo guidate tra le stanze, gli indicate i bagni o dove trovare da bere?
Come chiamate l’unico posto dove vorreste essere quando siete stanchi, depressi, quando vi sentite soli, quel posto che vi manca un casino quando per qualche mese non ci potete tornare?
Quando con i ragazzi ci diciamo “finalmente ci vediamo a casa, domani sera” ci sentiamo un pò i soliti esaltati, diciamo questa frase con quell’enfasi e quel tono forzato e ironico da sembrare improprio. Tanto improprio che le campagne che promuovevano la sottoscrizione degli abbonamenti per la nuova stagione della Juventus su tutti i media hanno sempre solo definito quel giocattolino da 41 mila posti “casa“, come d’altra parte ha precisamente specificato il nostro Presidente la sera dell’inaugurazione all’inizio del suo discorso, perché a tutti gli effetti la ‘casa’ per chi respira calcio è lo stadio dove gioca la propria squadra del cuore e dove ci si ritrova sempre, qualunque sia l’avversario e la partita, a meno di gravi problemi personali.
Mi sono sempre e comunque sentito un tifoso fortunato non solo perchè, come tutti i tifosi di tutte le squadre, sono convinto di far parte della realtà più bella e meritevole del mondo, ma soprattutto perché questa mia passione è stata ampiamente ripagata dai risultati, certo nel calcio sono sempre più dolori che gioie, però questo rapporto per noi rispetto a quello di altri tifosi è forse un pochino più vantaggioso.
Ma poi quasi insperatamente qualcuno ha deciso di farmi questo ulteriore regalo di mettere la fottuta ciliegina sulla torta e ora non saprei che altro chiedere (cioè lo so benissimo ma qui era bello dire così).
Senza minimamente pensarci quando Luca mi ha detto “Ci sei il tal giorno all’inaugurazione?” ho detto “Si”.
Non avevo assolutamente considerato nulla, il prezzo del biglietto, eventuali impegni, non mi ero preoccupato se fosse infrasettimanale o nel week end, “Si”. Cos’altro rispondere? Il “Si” automatico di chi canta ogni domenica “quando in campo c’è la Juventus tutto il resto è niente per me“.
Non mi sono nemmeno preoccupato del fatto che lo spettacolo avrebbe potuto interessarmi poco, l’amichevole sicuramente meno ancora (sinceramente ho scoperto che l’avversario era il Notts County credo il giorno prima della partita) tanta era la voglia di vedere dal vivo quell’impianto che avevo visto nascere e crescere in mille foto, filmati, siti e gruppi facebook nel corso dell’ultimo anno. Tant’è che in men che non si dica mi sono trovato di fronte a qualcosa che personalmente non mi aspettavo.
Sarà che siamo arrivati che era già strapieno, sarà che avevo desiderato quel momento da anni, sarà che lo Juventus Stadium è veramente fantastico ma l’impatto appena entrati è stato ben al di sopra di ogni più ottimistico sogno.
Oltre alla bellezza fisica, tecnica, strutturale di questo impianto pensando al fatto che stiamo parlando di una roba costruita in Italia è incredibile non aver sentito parlare di tangenti, di corruzione, di ritardi nell’effettuazione dei lavori… se sto sognando svegliatemi, vi prego!
Eppure ci sono stato (già due volte) e ho toccato con mano la dimostrazione che c’è anche un’altra Italia, quella avanti, e adesso mi voglio godere questo regalo fino in fondo cosciente che nessuno potrà gettare alcuna ombra di qualsiasi genere su quanto fatto questa volta dalla nostra società, da questo riconoscimento che sento anche personale, dedicato a quelli come me che hanno sulle spalle decine di anni di abbonamento, centinaia di partite con qualsiasi condizione atmosferica e milioni di chilometri percorsi in nome di una fede che finalmente oggi ha il suo definitivo tempio, degno della sua grandezza.
E adesso scusatemi se domani sera non esco, ho voglia di starmene un pò tranquillo a casa, c’è la partita.
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“Oltre alla bellezza fisica, tecnica, strutturale di questo impianto pensando al fatto che stiamo parlando di una roba costruita in Italia è incredibile non aver sentito parlare di tangenti, di corruzione, di ritardi nell’effettuazione dei lavori, se sto sognando svegliatemi, vi prego!” Qui bisognerebbe risalire a qualche anno fa quando è stato “regalato” il terreno alla juve in quanto al Toro “non interesava…” Ah, dimenticavo… al Toro c’era Cimminelli, fornitore della Fiat e amico della famiglia Agnelli, messo lì non per caso… Qui non ci saranno tangenti, ma l’operazione è stata molto più subdola. Mi fermo qui per non rovinarti il sogno 😉
Ti pubblico perché sono democratico e intanto, non vorrei ripetermi, non c’è nulla che possa farmi godere anche solo un pò meno ‘sta figata. Men che meno il commento di un tifoso avverso.