Fine agosto, inizio settembre… uno dei periodi più particolari dell’anno, molte cose finiscono tante altre iniziano, per me è uno dei momenti più intensi dell’anno, quello che in assoluto mi regala le sensazioni più durature.
Un bel pò me le fornisce l’assistere alla prima partita casalinga ufficiale della mia squadra del cuore, che sia coppa Italia, campionato o qualche preliminare europeo che negli ultimi anni non ci siamo mai fatti mancare.
Se dovessi riassumere in una circostanza le sensazioni del momento sono simili a quelle che provo quando mi accingo a partire per un viaggio, quando sì conosco a grandi linee la meta, ma non posso sapere cosa mi aspetta realmente, quella tensione, per certi versi positiva, che ti accompagna quando fai le valigie o guardi su internet il posto dove andrai a dormire, la spiaggia dove prenderai il sole o i percorsi nella città che visiterai. Tutto amplificato dal fatto che se in una vacanza il fine è di vedere cose, conoscere, rilassarsi, lasciarsi andare qui il problema è che c’è qualcosa in palio che comunque se in vacanza ti rompi una gamba o ti ammali al massimo torni a casa, se perdi un preliminare, esci in coppa o perdi in casa con una neopromossa il problema è decisamente più grave.
Il ritrovo e la partenza sono proprio quelli di una vacanza con gli amici, le sensazioni di ritrovarsi allo stesso posto di tre mesi prima sono bellissime ma quando si sale in macchina cambia tutto, conosco come le mie tasche i miei compagni di viaggio e so cosa gli passa per la testa, si parla poco della squadra, più delle cose che ci sono capitate in estate per poi virare su discorsi calcistici solo in avvicinamento alla meta.
Le tensione infatti si stempera un pò durante il tragitto (per me un centinaio di chilometri), se proprio non hai anche cambiato stadio (a me è successo un paio di volte in vent’anni), la strada è sempre quella, pian piano rivivi gli stessi momenti che hai vissuto appena tre mesi prima, ripassi dalle stesse strade, parcheggi più o meno negli stessi posti e la marcia di avvicinamento a quella che io chiamo “casa” ti aiuta a immergerti in quei momenti la cui mancanza ti ha provocato i peggiori giramenti di testa, svarioni e perdita di equilibrio durante la finalmente (quasi) finita estate.
I pensieri che occupano la mia mente in questo viaggio sono sempre gli stessi: a “casa” sarà cambiato qualcosa?
Le leggi stanno cambiando velocemente e ogni tanto abbiamo trovato qualche sorpresa come ad esempio qualche anno fa la scomparsa delle forze dell’ordine dall’interno dello stadio e durante le perquisizioni. E quindi mi chiedo se i portinai saranno sempre gli stessi, magnanimi come al solito o se mi sottoporranno a violenza carnale pur di trovarmi addosso armi improprie o qualche sostanza stupefacente rara. Inoltre anno dopo anno sono sempre più uscito dal giro quindi non so cosa succede nel gotha del tifo e dei gruppi organizzati, chi va, chi viene, che gruppi si formano, quali si sciolgono.
Quindi mi sforzo di immaginare se li inquilini della nostra stanza, la curva, saranno sempre i medesimi e come avranno reagito a quanto fatto durante la campagna acquisti estiva, quale sarà il primo giocatore nuovo del quale verrà gridato il nome e che diventerà il beniamino della curva.
E poi, at last but not at least, la squadra… come saranno i nuovi arrivi? Come saranno le nuove geometrie del gioco? Lo sforzo di capire le posizioni, di riconoscere i nuovi arrivi so già che mi impegnerà a fondo per le prime tre o 4 partite almeno.
Poi come un film visto più volte dove pian piano inizio ad imparare le battute, a conoscere la scena seguente, qui partita dopo partita imparo i movimenti, gli schemi e spesso, quando l’allenatore fa un cambio so già come andrà a finire e, quando puntualmente ci prendiamo il gol o subiamo la rimonta, mi chiedo: “ma se lo capivo anch’io che andava a finire così facendo entrare quello, tu che lo fai per mestiere non potevi pensarlo prima? Cosa c***o ti è saltato in testa?”

Tutto questo turbinare di pensieri finisce nel momento esatto in cui passando il biglietto nella fessura del tornello si accende quella freccia verde… è come se sentissi una voce che mi dice “anche quest’anno ce l’hai fatta Andre, ora entri ma sai che, vada come vada, non puoi più tornare indietro… e non è solo questa partita… nove lunghi mesi di sofferenza, una gestazione!”

Quando entro allo stadio poi, la prima in casa, non riesco a prestare subito attenzione ai giocatori che si riscaldano sono troppo distratto da capire se ci sono novità più ancora che nell’impianto, nei suoi occupanti. Cerco con lo sguardo i nuovi striscioni e le vecchie facce così tanto per incominciare ad ambientarmi poi volgo lo sguardo all’obiettivo finale: i posti dell’anno scorso, doverli cambiare potrebbe farmi sprofondare in una crisi mistica.
Stadio a parte, col gruppo con cui vado allo stadio nel corso degli anni ho spesso cambiato curva o posto all’interno della stessa, cosa decisamente traumatica, forse la peggiore che potrebbe capitarci, in alcuni di quei casi a prendere confidenza con le facce e i personaggi che popolano abitualmente quel particolare settore della curva ci ho messo quasi un girone, altre volte addirittura non mi ci sono mai abituato e col gruppo abbiamo vagato dispersi per i seggiolini durante tutta la stagione, per poi magari cambiare curva l’anno successivo.
Rassicuratomi del fatto che i “nostri posti” per quest’anno sono ancora potabili e non invasi da qualche gruppo malvisto o con il quale non c’è feeling incomincio a rilassarmi e provo a cercare di capire chi e come si sta scaldando senza perdere di vista i miei vicini di seggiolino.curva juventus

La curva, ma anche tutto lo stadio, alla prima in casa risente spesso del clima post vacanziero-estivo, il “tifoso occasionale” infatti non si perde mai questi appuntamenti perchè magari è ancora in ferie e quando lavora “andare allo stadio è uno sbattimento, non ci penso nemmeno ad andare a dormire tardi per una partita di calcio (detto con quella vomitevole superiorità di chi comunque è lì perchè non aveva di meglio da fare quella sera) intanto ho l’abbonamento a Sky”, o presupponendo che la prima sia una partita tranquilla; allora le donne e i bambini occupano in genere un gran numero di posti nelle nostre vicinanze in curva.
Si vedono scene che forse succedono solo più a teatro con i classici occasionali che cercano il posto segnato sul biglietto in curva, poi arrivano con lo zaino termico che avevano con loro sulla spiaggia di Jesolo fino a due giorni prima e la faccia triste perchè pieno solo di panini e patatine avendogli fatto lasciare fuori il doppio litro di vino e le lattine di coca per i bimbi. Devo stare attento, analizzarli nel pre-partita perchè lo so già, in curva al momento delle formazioni e quando entrano in campo partono con le bandiere e gli occasionali, che hanno pagato il biglietto per ‘vedere’ la partita e non possono perdersi nemmeno un tocco di palla dei loro beniamini, di cui in genere portano la maglietta e 16 sciarpe legate ovunque, come se quello fosse un attestato di amore, si volatilizzano in una decina di minuti, tempo di realizzare che quelli in balconata sono lì apposta per sventolare le bandiere e non hanno la minima intenzione di smettere. Non si ribellano nemmeno come quelli un pò meno occasionali che dopo il primo quarto d’ora di bandiere abbozzano qualche urlo tipo “giù la bandiera!” ma subito nascondendosi tra la folla perchè temono ripercussioni, questi si alzano e sperduti cercano una via di fuga da quel posto oppressivo, dove si sentono anche costretti a far cose inusuali per loro tipo battere le mani o cantare, appena trovato uno spiraglio si alzano raccolgono i loro stracci e via verso il terzo anello o gli estremi della curva dove possono seguire la partita sgranocchiando i loro panini e urlando solo contro la nostra squadra quando sbagliamo un passaggio o un gol.
Fatta piazza pulita anche di questi si è fatto quasi il decimo del primo tempo, (che partita sarà stata?) inizio allora a capire dove sono e cosa sto facendo, messi a fuoco i gruppi che mi circondano inizio a rendermi conto di chi “comanda” quest’anno, chi lancerà i cori e chi guiderà il cuore pulsante del tifo, uno sguardo al settore ospiti (che avere vicino alla curva che occupo considero un grande stimolo) ma attenzione dagli spalti si alza un forte brusìo… stiamo attaccando sulla fascia, il nostro nuovo acquisto, di cui non mi ero accorto fino ad allora crossa… tengo il fiato… tengo il fiato fino a fine maggio!
Si ricomincia, forza ragazzi!

2 Comments

  1. TEO Reply

    COSA DIRE E DIRTI ALTRO DOPO TUTTO QUELLO KE HA SCRITTO IN MANIERA IMPECCABILE…..GRANDE ANZI GRANDISSIMO!!!!!!!!!!!!!! P.S. NO AL TIFOSO OCCASIONALE!!!!!!

  2. MR. W Reply

    Se volevi far crescere, ancora di più, il senso di mancanza e nostalgia che provo per il posto che ho lasciato vuoto da quest’anno……… ebbene si, ci sei riuscito perfettamente, maledizione…

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