Nel corso della vita, dell’anno lavorativo, prima o poi questi momenti arrivano.
Quali? Quelli in cui devi staccare un attimo. Quelli che in genere arrivano all’improvviso, sei in rosso fisso e la leva del freno a mano è lì, come sempre, ma questa volta la tiri, non riesci più a trattenerti come hai fatto fino a un momento fa.
Devi partire, ma non hai tempo né di fare grandi cose, né la testa per un viaggio impegnativo.
In quei momenti io ho solo voglia di andare in un posto che non sia uno di quelli che vivo abitualmente ma che allo stesso tempo sia familiare, accogliente e comodo. Dove so già che starò bene.
La casa al mare o in montagna? Scontato.
E poi quello probabilmente sarebbe un posto mediamente abituale, “probabilmente” perché non posso sapere cosa si prova non avendo mai posseduto nulla di tutto ciò (e ho pure sempre pensato che sia stata una gran fortuna, avrei visto la metà della metà dei posti), quello che so è solo come andrebbe a finire: cucini, spazzi, riordini e allora che cazzo di momento di stacco è?

Non so se chi mi legge ha uno o più di questi luoghi nella mente ma io sì.
Quando io mi trovo in questa situazione vado sempre a cadere là: in Sardegna se ho qualche giorno in più, a Riccione se devo fare giusto una scappata.
Proprio come questa volta: zero tempo per decidere, la necessità di sapere di andare in un posto dove sto bene e al contempo assolutamente non impegnativo dal punto di vista mentale.
Riccione, punto.

Viene da pensare che Riccione non sia nulla di particolare ma non è così, chi ci è stato lo sa e comunque per me ha un significato personale. Riccione è uno di quei posti che sono delle certezze. Sono sempre lì, come l’hai lasciato l’ultima volta che ci sei andato.
Anche la gente sembra sempre la stessa.
Anche se ho sempre cambiato hotel, io so già cosa trovo, che cosa farò ma i suoi colori, la sua allegria, il suo conforto mi stupiscono tutte le volte e tutte le volte sono sempre lì che mi aspettano, a prezzo modico.

Io ci andai per la prima volta 24 anni fa, dopo essere salito col mio migliore amico su un treno impossibile, i deportati erano necessariamente più comodi, non avevano le valigie e forse viaggiavano seduti. Per terra, ma seduti.
Era la mia prima vacanza da solo! Erano gli anni delle prime grandi discoteche, delle camere d’albergo stracolme, dei turisti italiani, delle turiste straniere, di “Zanza“… ma Zanza chi? Ma chi l’ha mai visto!
E’ una di quelle “cose” che esistono solo in Italia, ricordo persino uno dei servizi di un TG dei tempi che parlava del “famoso Zanza“, famoso perché aveva la fama di essere stato con un numero innumerevole di turiste straniere. Lo vedo ancora, alla domanda dell’ignobile giornalista di turno “ma non hai paura dell’AIDS?”, esibire con orgoglio il suo certificato dimostrante di non avere mai contratto patologie sessualmente trasmissibili.
Erano i primi anni dell’Acquafan, è stato l’anno del mio primo concerto di Lorenzo e del cappellino con la scritta “Yo!”. Della mia t-shirt dei Bros rigorosamente nera ma con la scritta fucsia, con cui andavo in discoteca e dell’unica volta che ho indossato un orecchino. Finto. Erano anche i periodi delle risse nei locali, il giorno che arrivammo lessi su un giornale locale che un gruppo di skinhead faceva la veglia fuori da una discoteca dove un loro amico fu ucciso con un cacciavite durante un diverbio.
Riccione è anche trans-generazionale, mi ritrovo a parlarne con mio cugino che ne ha 5 più di me, con il mio collega che ne ha 15 di meno.
E tutti quelli che hanno trascorso qualche giorno lì hanno una storia da raccontarmi, una leggenda da tenere viva, a tutti quelli che ci sono stati è capitato qualcosa che vale sempre la pena di ricordare. Sono passati anni, ci sono tornato parecchie volte, a Riccione trovo sempre tutto, la pace, la tranquillità, le cose di cui necessito in questi momenti e una parte di me, che non fa più parte di me, ma che è sempre là in quei viali colorati, in quelle spiagge immense e mai troppo affollate.
La lascio là e ogni tanto vado a ritrovarla.
Quella leggerezza che ogni tanto dimentico.

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